Riconoscimento di qualifiche professionali estere e diritto dell’Unione Europea

Il Tribunale amministrativo regionale per il Lazio, con la sentenza n. 20177 del 13 novembre 2024, ha accolto il ricorso contro il rigetto di una domanda di riconoscimento di un titolo professionale conseguito in Romania per l’esercizio di una professione regolamentata in Italia, evidenziando profili di incompatibilità della prassi amministrativa con il diritto dell’Unione Europea.

Validità del contratto di avvalimento e offerta economica in una gara d’appalto

Il Consiglio di Stato, Sezione Quinta, con la sentenza n. 9042/2024 del 12 novembre, ha riformato la pronuncia di primo grado accogliendo l’appello principale sull’aggiudicazione di una gara per l’affidamento di servizi. La controversia verteva sulla validità del contratto di avvalimento e sui presunti vizi nell’offerta economica della società aggiudicataria. Il Collegio ha ritenuto che la causa del contratto di avvalimento fosse giuridicamente valida anche in assenza di un corrispettivo esplicito, ravvisando un interesse economico concreto nell’eventuale subappalto e nella sinergia tra imprese.

Mancato deposito tempestivo della sentenza appellata: rinvio all’Adunanza Plenaria

Con l’ordinanza n. 9116/2024, il Consiglio di Stato, Sezione Quinta, ha deferito all’Adunanza Plenaria la questione interpretativa sull’art. 94 c.p.a., relativa alle conseguenze del mancato tempestivo deposito della sentenza appellata. La controversia, nata da un appello contro una sentenza del TAR Sardegna sulla revoca di una concessione, evidenzia un contrasto giurisprudenziale tra chi considera il mancato deposito una causa di inammissibilità assoluta e chi ne ammette la sanabilità in caso di errori materiali.

Gestione delle specie protette e principio di proporzionalità: il caso dell’orsa F36

La sentenza del Consiglio di Stato, Sezione Terza, n. 9132 del 2024, ha annullato il decreto della Provincia Autonoma di Trento che disponeva l’abbattimento di un orso bruno per motivi di sicurezza pubblica, accogliendo il ricorso delle associazioni ambientaliste. Il Collegio ha rilevato vizi di istruttoria e motivazione, nonché la violazione del principio di proporzionalità, sottolineando che i due episodi di presunta pericolosità erano stati valutati erroneamente, senza considerare misure meno invasive previste dalla Direttiva Habitat 92/43/CEE.

Nullità della sentenza e rimessione al primo grado secondo l’art. 105 c.p.a.

L’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, con la sentenza n. 16 del 2024, ha stabilito che la rimessione al giudice di primo grado è ammissibile anche in presenza di un evidente errore del TAR, che abbia dichiarato inammissibile un ricorso per difetto di legittimazione o interesse, precludendo così l’esame dei motivi di merito e integrando una nullità della sentenza.