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ULTIMI INSERIMENTI
Illegittimità costituzionale del rinvio delle elezioni per i Liberi consorzi e i consigli metropolitani
Con la sentenza n. 172 del 31 ottobre 2024, la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità della legge regionale siciliana n. 6 del 2023, che prorogava il regime commissariale per i Liberi consorzi comunali e i consigli metropolitani, in violazione degli articoli 5 e 114 della Costituzione. La Corte ha sottolineato come i ripetuti rinvii delle elezioni abbiano impedito la piena costituzione degli enti di area vasta, compromettendo la loro autonomia e il loro ruolo nella struttura repubblicana.
La Corte Costituzionale dichiara l’illegittimità della norma sulla qualifica del CEFPAS
La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 169 del 29 ottobre 2024, ha dichiarato l’illegittimità dell’art. 25, comma 2, della legge della Regione Siciliana n. 1 del 2024, che qualificava il CEFPAS come ente del servizio sanitario regionale. La norma è stata ritenuta incompatibile con il principio di coordinamento della finanza pubblica e con le limitazioni imposte alle regioni in deficit sanitario, poiché ampliava l’offerta sanitaria al di fuori dei LEA.
La Corte Costituzionale dichiara l’illegittimità della norma regionale in materia di compensazioni ambientali
Con la sentenza relativa al giudizio di legittimità costituzionale dell’art. 2, comma 1, lettera c), della legge della Regione Puglia n. 27 del 2023, la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità della norma per violazione dell’art. 117, terzo comma, Cost., in relazione all’art. 1, comma 5, della legge n. 239 del 2004. La disposizione regionale, che consentiva l’imposizione di misure di compensazione ambientale anche per gli impianti del gas già autorizzati, senza distinzione tra impianti nuovi e preesistenti, è stata ritenuta incompatibile con il principio statale che attribuisce alle regioni il potere di applicare tali misure solo a nuove infrastrutture o al potenziamento di quelle esistenti.
Il Consiglio di Stato esclude la locazione turistica per eventi rumorosi
Con la sentenza n. 7913 del 2 ottobre 2024, il Consiglio di Stato ha stabilito che l’uso stabile di un immobile per feste e cerimonie rumorose non può essere qualificato come locazione turistica breve. Il Collegio ha rilevato che l’attività, caratterizzata da eventi ricorrenti e con immissioni acustiche superiori ai limiti consentiti, configurava un’attività turistico-ricettiva, soggetta a normative specifiche e al permesso di costruire per il cambio di destinazione d’uso.
Differenza tra demolizione e ricostruzione e nuova costruzione: criteri interpretativi
Il TAR Marche, con la sentenza n. 809 del 18 ottobre 2024, ha confermato l’obbligo di pagamento dell’oblazione in misura doppia per la trasformazione di un edificio, ritenendo che l’intervento in questione fosse una nuova costruzione e non una ristrutturazione edilizia. Il Collegio ha escluso che la demolizione quasi totale di un fabbricato, con la sostituzione della struttura e modifiche significative, potesse qualificarsi come ristrutturazione, richiamando la normativa che stabilisce la distinzione tra ristrutturazione e nuova costruzione.
Interruzione della prescrizione delle sanzioni amministrative: gli effetti sugli obbligati solidali
Con la sentenza n. 28149 del 31 ottobre 2024, la Corte di Cassazione ha confermato che l’interruzione della prescrizione di una sanzione amministrativa, operata tramite un atto nei confronti di uno dei coobbligati solidali, produce effetti anche sugli altri obbligati, in applicazione dell’art. 1310 del Codice civile e dell’art. 28 della legge n. 689 del 1981. Nel caso in esame, la Cassazione ha respinto l’eccezione di prescrizione sollevata dal ricorrente, ribadendo che l’interruzione si estende a tutti i coobbligati, senza distinguere tra chi ha commesso la violazione e chi è tenuto a pagare la sanzione.
Presunzione di condominialità e servitù di passaggio: principio della necessità di un titolo inequivocabile
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 28268 del 4 novembre 2024, ha affrontato il tema della presunzione di condominialità di una parte comune e la possibilità di superarla mediante la costituzione di una servitù di passaggio. Nel caso esaminato, i proprietari di un immobile utilizzato come cinema all’aperto avevano chiesto l’accertamento della servitù su una parte comune del condominio, contestando nel contempo la loro appartenenza al condominio stesso. La Corte ha ribadito che la presunzione di condominialità può essere superata solo da un titolo contrario chiaro e univoco, e ha dichiarato la nullità della sentenza di merito per la mancata corretta individuazione delle parti legittimate a stare in giudizio.
Legittimità dei controlli datoriali tramite investigatori privati
Con l’ordinanza n. 27610 del 2024, la Corte di Cassazione ha confermato la legittimità dell’utilizzo di investigatori privati da parte dei datori di lavoro per verificare condotte illecite, in particolare quando le azioni del lavoratore minano il patrimonio aziendale e l’immagine dell’azienda. La Corte ha ribadito che tale pratica non costituisce un controllo occulto della prestazione lavorativa, purché non finalizzato al monitoraggio diretto dell’adempimento del lavoro. La giurisprudenza conferma la protezione dell’immagine aziendale come giustificazione per tali interventi, riconoscendo la competenza del giudice di merito nel valutare la legittimità dell’indagine.
L’annullamento del bando di gara e la legittimazione al ricorso per ottemperanza
Il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 8171 dell’11 ottobre 2024, ha stabilito che l’annullamento di uno o più lotti di una gara suddivisa in lotti determina l’annullamento di tutta la procedura, qualora il vizio accertato riguardi l’intero procedimento. Inoltre, ha ribadito che solo le parti cui è stata accolta la domanda nel giudizio di cognizione sono legittimate a proporre ricorso per ottemperanza, in quanto strumento per ottenere l’esecuzione di una sentenza rimasta ineseguita.
Il difetto assoluto di motivazione e la nullità della sentenza di primo grado
Il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 8595 del 28 ottobre 2024, ha ribadito che solo il difetto assoluto di motivazione della sentenza di primo grado, quando la motivazione risulta completamente assente o meramente apparente, comporta la nullità della decisione. La Corte ha escluso che l’omessa pronuncia su censure sollevate possa configurarsi come errore procedurale, stabilendo che in questi casi il giudice d’appello è legittimato a correggere il vizio, integrando la motivazione o decidendo nel merito. Inoltre, la Corte ha annullato un ordine di demolizione relativo a strutture prefabbricate installate in un campeggio, ritenendo che non si trattasse di opere stabili soggette alla normativa edilizia.